Eremo di Valleremita. Fabriano (AN)
Luogo e anno: Fabriano - Ancona (2010-2011)
Committente: Regione Marche
Incarico: Restauro, recupero ad uso conventuale/religioso e ricettivo/culturale
Collaborazioni al progetto: Studio Tecnico Ing. Pietro Paci e Arch. Federico Paci. Pesaro (strutture), Ing. Uguccioni & Associati E.H.E. Srl. Fano (Impianti)
Note: Edificio tutelato ai sensi del D.Lgs. N. 42/2004
Dati tecnici: Superficie Totale 1.900 mq | 2 auditorium: 155 posti totali | Centro documentale | Archivio – Biblioteca | Accoglienza - Ristoro

Note storiche
Il primo nucleo dell'Eremo è antichissimo, già nell'alto medioevo era presente un primo nucleo di suore benedettine.
Nel 1300 l'Eremo fu concesso in uso ai frati minori  francescani, la cui presenza diventò nota e importante al punto da rappresentare uno dei luoghi religiosi più significativi della regione.
E' in questo lungo periodo che la configurazione architettonica del Convento si articola e si amplia, fino al 1866 quando i frati dovettero abbandonare questo luogo di spiritualità che venne dato in uso a varie famiglie di braccianti, che ne snaturarono l'identità e ne compromisero l'integrità.
Nella prima metà del XX secolo il complesso risulta gravemente danneggiato da vari crolli , dovuti per lo più all'incuria. Risultano completamente cancellate parti significative di intere ali, con il crollo del campanile, delle strutture del chiostro.v

Il Progetto
Il recupero del complesso ha avuto come obiettivo la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico in cui si colloca.
La Regione Marche, proprietaria del convento dal 1994, ha finanziato questo intervento  attraverso i Fondi Fas 2007-2013. I lavori sono cominciati nel 2012 e in due anni sono stati restaurati e restituiti alla comunità i preziosi spazi del complesso originario.
L’intervento è stato inserito in una più ampia visione di governance del territorio, realizzando anche una struttura ricettiva, culturale e di attrattiva turistica, con un approccio differenziato:
Restauro conservativo del fabbricato storico Accertate le caratteristiche di pregio architettonico, paesaggistico e storico del complesso in generale, si sono sviluppate le dovute distinzioni intrinseche rispetto al valore di tutela, ad es. il fabbricato storico rimasto costruttivamente integro con i porticati decorati dell'antico chiostro, rispetto al vecchio Convento diruto. Il primo, è stato infatti oggetto di particolari attenzioni, con approccio di tipo conservativo, recuperando l'originaria distribuzione interna e valorizzandone tutti gli elementi di pregio superstiti, compresi gli apparati decorativi fortemente danneggiati e degradati.
Ripristino e ricostruzione con nuovi orizzontamenti del Convento diruto.
Il vecchio Convento diruto è stato oggetto di studio filologico, attraverso l’esame e l’interpretazione di notizie storiche e immagini d'archivio, testi e documenti per la sua ricostruzione, per la quale nel progetto esecutivo è stata definita in maniera approfondita sia la compatibilità rigorosa dei materiali della nuova costruzione (paramento esterno, infissi, coperture, parti lavorate in pietra) sia la migliore fra le soluzioni in grado di apportare un incremento significativo, in termini di costi/benefici, alle prestazioni dell’involucro edilizio, tenuto conto della situazione ambientale con inverni molto rigidi.
La ricostruzione del chiostro “chiuso” ha premesso la riabilitazione dell'antica distribuzione della parte conventuale diruta. I percorsi, le scale, vari ambienti di passaggio e gli spazi funzionali sono stati ripristinati. Si è restituito  al chiostro  la funzione di centro di distribuzione.
A seguito del restauro, i frati francescani sono tornati a risiedere nell'Eremo ospitando pellegrini, organizzando incontri spirituali, eventi religiosi.
La parte ricettiva è gestita dalla Regione Marche e comprende un auditorium da 90 posti ricavato sotto il prato d'ingresso, un ristoro con cucina, sette camere e un centro documentale/biblioteca.