Convegno “MATERIA URBIS” a Firenze

Giornata di studi sul degrado materico della città e sulle tecnologie di conservazione dei materiali lapidei.
Il Convegno è curato dal prof. Francesco Gurrieri.

Molte città italiane, e Firenze in particolare, sono “città di pietra”. Palazzi di pietra, pareti di pietra, pavimentazioni di pietra. La pietra è la materia della città.
Dagli anni '30 del secolo scorso si è avvertita la necessità di porre attenzione alla conservazione dei materiali lapìdei, nell'avvertita coscienza della perdita di “figuratività” dell'immagine urbana. La pietra, diversamente cavata sulla riva destra e sinistra dell'Arno ( “pietra serena” e “pietra forte”, rispettivamente) è la vera protagonista di questa città. Lo è dalla sua origine, per trionfare nella stagione medievale e rinascimentale. La “città delle torri” è la città della “pietra forte”. E i maggiori esegeti della città, come il Villani, il Malispini, il Bruni, non mancarono di sottolinearne questa caratteristica.
Ma il tempo, com'è inesorabile con gli uomini, lo è anche con la “materia costitutiva dell'opera d'arte” e, in particolare, con i materiali lapìdei esposti all'esterno e alle intemperie.
La cultura del restauro e della conservazione si è fatta carico, nel tempo,  di questa realtà, ricercando metodiche di consolidamente chimico, fisico e meccanico; con qualche successo e con non pochi insuccessi, com'è nelle cose umane. Così è stato anche per la ricerca scientifica “applicata”.

Questo Convegno di Studi si prefigge, appunto, di ripercorrere criticamente i princìpi, i metodi, le tecnologie di questo impegno tecnico e culturale. Cercando infine, di delineare possibili prospettive di nuove tecnologie e di nuovi materiali che possanio concorrere ad una migliore e più efficace conservazione dell'irripetibile patrominio artistico e monumentale lapìdeo. Ponendo particolare attenzione all'atteggiamento degli enti pubblici (e delle amministrazioni locali, in particolare) che, richiamando motivi economici, sembrano aver intrapreso atteggiamenti semplificativi nei loro interventi, rinunciando ai doveri identitari nella conservazione del patrimonio pubblico loro affidato.

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