Torre di Collodi, Pescia (PT)
Luogo e anno: Pescia (PT) (2013-2014)
Committente: Proprietà Privata
Incarico: Restauro e recupero ad uso abitativo. Reintegrazione dell\'immagine ambientale
Collaborazioni al progetto: Arch. Irene Corradi, Arch. Roberto Agnelli (strutture), Consilium Srl (Impianti), Arch. Samuele Caciagli (ricerche storiche), Dott. Archeologo Enrico Romiti

La Torre e il Borgo di Collodi
La Torre di Collodi è posta alla sommità del vecchio borgo fortificato della frazione del Comune di Pescia, al confine tra le province di Pistoia e Lucca. La parte bassa del borgo è costituita dalla scenografica facciata della Villa Garzoni, che guarda al sottostante  Giardino Storico.
Dell'antica fortificazione del Borgo, detta anche “Castello di Collodi”, restano pochi elementi, tra cui la torre, oggi parzialmente diruta.
Sulla torre grava il vincolo paesaggistico (ex-L.1497/1939). La proprietà della torre è privata, essendo stata acquistata recentemente da una famiglia Svizzera. La torre è attualmente in precarie condizioni di conservazione.
Dal punto di vista architettonico la torre conserva ancora l'impianto planimetrico originario quadrato, caratterizzato da una muratura in pietrame che si diversifica nei cantonali, dove i blocchi sono squadrati. Sul lato prospettante l'interno della rocca è presente l'ammorsatura di quella che doveva essere parte delle mura difensive originarie. Delle sei aperture “medievali” (tre sul prospetto a valle e tre su quello a monte) ne rimane integra solo una, sul prospetto a monte.
Per mezzo di una campagna fotografica eseguita con un drone, si sono potute acquisire immagini ravvicinate della sommità della torre dalle quali si riescono a leggere in modo definito e chiaro le antiche tessiture murarie.
Al momento il progetto, che ha già ricevuto le approvazioni della Soprintendenza e l'autorizzazione paesaggistica comunale, è nella fase di approvazione di un Piano di Recupero presso il Comune di Pescia.

Note storiche
Le prime notizie di cui si dispone sul territorio di Collodi risalgono al VI secolo A.C. quando sopra il sito dove attualmente si trova il castello, sorse un insediamento di fondazione etrusca, che serviva da posto di guardia lungo l'itinerario che dalla pianura, attraverso i passi appenninici, portava a Nord.
Nel XIV secolo Collodi assunse il ruolo di importante caposaldo della frontiera lucchese verso il territorio fiorentino, un ruolo che gli rimase sino alla metà dell’Ottocento.
Il paese di Collodi in questo periodo storico non era principalmente un centro abitato, ma costituiva un castrum, un paese cinto di mura guarnite di torri e porte e dominato in alto dalla rocca, che lo rendeva particolarmente importante dal punto di vista militare.
Dall’inventario dei beni della Rocca del 1392, risulta che questa disponesse di locali per l’abitazione del castellano e di una guarnigione di una decina di persone. E' documentato che la rocca non era destinata alla difesa dell’abitato, ma era importante per la possibilità di controllare e segnalare i movimenti nella piana a ridosso del confine con Firenze. Sulla torre di vedetta si trovavano infatti le attrezzature per le segnalazioni visive e sonore agli altri punti di avvistamento del territorio, fino alla città di Lucca.
Con la costruzione della Villa Garzoni l'attenzione nei confronti del borgo, almeno dal punto di vista iconografico, si sposta verso la nuova e monumentale architettura e verso il suo Giardino conosciuto in tutta Europa.
Dalla verifica dei documenti si può desumere che il crollo sia avvenuto nella seconda metà del XIX secolo, tra il 1836 e il 1884. A partire da questa data, la torre resta inutilizzata allo stato di rudere.

Il progetto di restauro e la diagnostica eseguita
Con il progetto di restauro si intende recuperare la torre per usi abitativi consolidando la porzione esistente e ricostruendo il volume crollato con il conseguente ripristino sia dell'altezza originaria, sia degli orizzontamenti interni.  L'altezza massima della  torre non potrà superare, come evidenziato dagli esiti delle ricerche storiche e archivistiche, i 20 m.
Propedeutiche alla progettazione, sono state svolte importanti campagne di rilievi eseguiti con tecniche di laser-scanner 3D, e campagne diagnostiche, volte ad ottenere informazioni sia sullo stato di conservazione dell'apparecchiatura muraria, sia sull'interno della torre, in particolare sulla parte inferiore, occlusa dai detriti dei crolli. Era infatti assai importante poter accertare la presenza di eventuali strutture quali volte, cisterne, o altro ancora presenti all'interno.
Sono state svolte analisi georadar eseguite dallo Studio Associato Archa di Buti (PI) e indagini di tomografia sismica, eseguite da Georisorse Italia di Sinalunga (SI).
La ricostruzione sarà eseguita nel rispetto dei lineamenti architettonici e cromatici della torre. Il paramento esterno della parte ricostruita sarà realizzato con murature in pietra simili a quelle esistenti.  La porzione ricostruita, come convenuto con la Soprintendenza, sarà realizzata con un leggero “sottosquadra”, al fine di differenziare i piani delle due murature, e renderla riconoscibile, ponendo una questione di “principio” della cultura del restauro.
Sono previsti, collegati da una scala interna, alcuni orizzontamenti realizzati con strutture lignee, oltre al solaio di copertura pavimentato in lastre di pietra.
Una volta realizzato, il restauro della torre di Collodi nelle sue originarie forme, potrà ridare continuità all'immagine complessiva del Borgo, già valorizzata dal recente e apprezzato restauro della facciata della Villa Garzoni, attrarre un numero sempre maggiore di visitatori che potranno così raggiungere una meta di interesse fino alla parte più alta del piccolo borgo collodiano, ed infine destare l'interesse della comunità scientifica per un caso - forse raro - di “reintegrazione dell'immagine ambientale” nel delicato paesaggio toscano e italiano.